I 218 kg di cocaina, contenuti in borsoni depositati all’interno di un container proveniente dal Guatemala e Costarica,  sequestrati,  il 9 settembre scorso, nel porto di Gioia Tauro dalla guardia di finanza e da personale della dogana,  sono l’ennesima conferma del ruolo strategico di questo scalo portuale per l’arrivo e la successiva distribuzione della cocaina in Italia e in altri paesi europei e africani. E la conferma, ma di questo non c’era davvero bisogno, di come la mafia calabrese controlli sempre quel porto e molti altri segmenti, nazionali e internazionali, dei tortuosi itinerari (sempre modificabili alla bisogna) individuati dai narcotrafficanti,  su cui convogliare i consistenti carichi di cocaina sudamericana. Altri 220 kg di cocaina erano stati sequestrati dalle forze di polizia l’11 agosto, ancora all’interno di due container provenienti dal Brasile e diretti, uno a Napoli e un altro a Ploce (Croazia). Tutto, naturalmente, sotto l’alta “direzione” della ‘ndrangheta come va emergendo dalle indagini in corso. A Reggio Calabria e provincia,nel corso di quest’anno, alla data del primo agosto, secondo gli ultimi dati (provvisori) elaborati dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), le forze di polizia e la dogana hanno sequestrato complessivamente 2.900,941kg di stupefacenti di cui 1.400 di marijuana in un  solo colpo e 876,499kg di cocaina in distinte operazioni. Insomma, oltre il 50% della cocaina che giunge nel nostro paese arriva dal mare, e per lo più nel porto di Gioia Tauro. La Calabria, per ora, detiene anche un altro primato ( anche questo provvisorio) relativo alle coltivazioni di piante di cannabis individuate e distrutte nel 2017: ben 49.635 sul totale di oltre centomila in tutto il paese. Un altro aspetto su cui riflettere riguarda le denunce inoltrate all’a.g. dalle forze di polizia per traffico e spaccio di stupefacenti nel corso sempre del 2017: 191 persone di cui appena 16 stranieri ( il territorio, insomma, è saldamente nelle mani dei calabresi). Situazione ben diversa in altre province italiane dove, solo per citarne alcune, a Milano, sul totale di 1.136 persone denunciate per delitti collegati alle droghe ( in prevalenza spacciatori), sempre nell’arco temporale precisato, ben 690 sono risultati stranieri o a Venezia dove sono stati 99 gli stranieri sul totale di 167 o a Genova con 242 stranieri su 435 denunciati. A Torino addirittura si sfiora il 70% degli stranieri denunciati (382) sul totale di 577, valori che calano di molto a Bari, con 38 stranieri su 363 denunciati, mentre a Roma il valore oscilla intorno al 25% con 827 stranieri sul totale di 2.014 persone. Di certo la domanda di cocaina è ancora molto sostenuta in queste città tenuto conto dei sequestri effettuati: a Roma, sul totale di 4.959,622kg di stupefacenti, in prevalenza marijuana e hashish, sono stati intercettati circa 180kg di cocaina; a Milano, su 1.381,870kg, anche qui per gran parte derivati della cannabis, oltre 96kg di cocaina; a Torino, sul totale di 1.569,939kg di droghe circa 39kg sono stati di cocaina; a Venezia oltre 20kg di polvere bianca su 89,287kg di stupefacenti; a Genova, soltanto 4kg di cocaina sul 936,166kg di droghe. Anche nelle due grandi isole, domanda e offerta di cocaina e, più in generale di stupefacenti, si mantengono sui consueti livelli degli ultimi anni. Così, a Palermo, su 437,531kg di droghe tolte dal mercato, circa 22kg erano di cocaina ( 24 appena gli stranieri denunciati su 355 persone) mentre a Catania, su 383,277kg di “roba” sequestrata ( tra cui 10.872 piante di cannabis) sono stati poco più di 12 i chilogrammi di cocaina. A Cagliari ancora maggiore il quantitativo di droghe eliminato dal mercato: 517,163kg, di cui circa 30kg di cocaina, con la denuncia all’a.g. di 235 persone inclusi 26 stranieri. Con l’attuale trend nei sequestri di cocaina è probabile che, alla fine dell’anno, si arrivi a superare il valore del 2016 (4.707,21kg) che fu sicuramente un buon risultato nell’azione generale di contrasto, ma testimonia anche una diffusione rilevante e preoccupante della droga . Si tratta, come andiamo ripetendo da tempo, di piccoli successi delle nostre forze di polizia in un contesto generale, nazionale e mondiale, di sostanziale incontrollabilità.

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).