La fitta rete commerciale, nel traffico delle droghe, che si è venuta attivando da diversi anni a questa parte tra il Vecchio Continente, l’America del Sud ed altri Paesi, non ha nulla da invidiare sul piano del volume degli affari, della ricchezza e dell’attivismo imprenditoriale alle più poderose organizzazioni dei “cartelli” colombiani di un tempo, su tutti quelli di Medellin e di Cali.

Le piccole organizzazioni di narcos (“cartelitos”) si sono moltiplicate e diffuse, le alleanze negli affari sono aumentate, sono stati individuati altri canali e mezzi di esportazione, la produzione di cocaina è aumentata di anno in anno e la sua distribuzione è sempre più capillare. I colombiani sono, da tempo, entrati in affari con quasi tutto il pianeta, realizzando condizioni di monopolio in alcune aree geografiche, tra cui quella del mercato europeo.

Si stima che circa il 70% della cocaina trafficata a livello mondiale provenga dalla Colombia con una produzione stimata annua di 1.400 tonnellate esportate lungo vecchie e nuove rotte.

I quantitativi più ingenti di cocaina vanno a “contaminare” i container destinati al trasporto di qualsiasi materiale in partenza dai porti di Cartagena ( dove nel gennaio 2022, grazie alla collaborazione tra la polizia italiana e colombiana, è stato bloccato un carico di 2.475kg di cocaina destinato nel nostro paese), Santa Marta, Barranquilla e Buenaventura e la conferma che circa il 90% della cocaina sia esportata via mare verso i mercati occidentali ma anche verso l’Oriente e l’Oceania ( dove la droga viene venduta a prezzi tre volte superiori a quelli praticati in Occidente).

Particolarmente incisiva l’azione di contrasto svolta dalle forze di sicurezza, in particolare dalla Polizia Antinarcotici, con il sequestro, nel 2022, di circa 352ton di cocaina,300kg di eroina, oltre 426ton di marijuana, 1,5ton di basuco ( lo scarto della cocaina), con lo smantellamento di 4.888 strutture di produzione della droga.

 Anche se “i cartelli messicani, brasiliani e la mafia albanese sembrano essere i principali interlocutori odierni dei narcos colombiani..” ( in questo senso le valutazioni dell’esperto italiano per la sicurezza distaccato in Colombia), la presenza della c.o. italiana è di rilievo con la ‘ndrangheta ma anche con la camorra che “..sembra godere di utili entrature presso i fornitori colombiani”.

Nella catena del narcotraffico in un paese che è da decenni dilaniato da conflitti interni oltre che da compagini della guerriglia (l’esercito di Liberazione Nazionale e le dissidenze delle FARC), operano altri gruppi che fungono da collegamento tra i contadini produttori delle foglie di coca e gli acquirenti internazionali del prodotto finito o semilavorato. Tra questi si segnalano i cosiddetti G.A.O., gruppi armati organizzati, come le Autodefensas Gaitanistas de Colombia ( o Clan del Golfo) e le Autodefensas Conquistadoras de la Sierra Nevada, entrambe formazioni paramilitari di estrema destra.

Ci sono, poi, gruppi delinquenziali organizzati (G.D.O.) come i Los Pelusos e i Ratrojos operativi a livello locale. In Colombia, poi, da quando la droga è un “affare”, e un affare che produce ormai circa un terzo di tutta la ricchezza del paese, ci sono stati sempre “uffici di rappresentanza” italiani affidati a nomi importanti e meno importanti della rete commerciale criminale.

Nonostante la vittoria dello Stato contro i grandi cartelli del passato, oggi la lotta contro il narcotraffico in Colombia presenta maggiori difficoltà e questo non solo per l’avvenuta polverizzazione delle strutture criminali ma soprattutto per la minore vistosità dei narcos divenuti più discreti nella vita quotidiana, nello spendere il denaro, nell’eseguire investimenti ed anche nello scomparire dalla scena, una volta che hanno realizzato i guadagni necessari per avviare attività lecite (magari all’estero).

La vocazione principale dei narcos continua ad essere il commercio, la speculazione finanziaria e commerciale, l’imprenditoria.

 

Per paoloberretta.com – Dott. Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).