Ci sono alcune notizie, diffuse su molti quotidiani locali, su trafficanti e spacciatori di stupefacenti che meritano di essere “riepilogate” e portate all’attenzione dell’opinione pubblica perché è in gioco un bene prezioso per tutti i cittadini che è quello della sicurezza pubblica e della salute. Leggere (l’Avvenire, 16 novembre u.s.) di sei morti per intossicazione acuta da eroina ( overdose) in poco meno di un mese e mezzo a Milano, in quello spicchio di territorio di Rogoredo, è qualcosa che dovrebbe far drizzare i capelli. Tanto più che in quell’area, dopo ripetute segnalazioni nei mesi passati, le forze di polizia hanno deciso di effettuare ripetute interventi per “bonificare” la zona e restituirla ai cittadini. Con risultati ancora insoddisfacenti, evidentemente. L’altra notizia è che stiamo diventando (lo siamo già) territorio di approdo e di smistamento della marijuana ( e di altri carichi illegali) della malavita albanese che, oltre alle coste pugliesi, sta “traghettando” consistenti carichi di droga su quelle abruzzesi, marchigiane e su quelle romagnole. 

Risalgono alle ultime settimane, fine di ottobre e i primi di novembre scorsi,  gli ingenti sequestri, in due distinte operazioni sui litorali ferraresi e ravennati, di oltre 5 tonnellate di marijuana scaricata da gommoni pilotati da albanesi (alcuni subito arrestati dai carabinieri). Insomma, il mar Adriatico è interessato da un via vai intenso di piccole imbarcazioni che, nottetempo, trasferiscono la “merce” sul suolo italico per le successive destinazioni nelle altre regioni dove cellule della criminalità albanese provvedono, poi, al commercio al minuto. Incredibile, poi, leggere (Il Giorno,13 novembre)che nei giardini pubblici e nel parco giochi sul lago di Como siano gli spacciatori ( nella maggior parte stranieri) a “dettar legge” nonostante presenze, saltuarie, di polizia e carabinieri. Che dire, poi, di quel padre di 39 anni, bolognese, assuntore occasionale di marijuana, che si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore con la figliola di appena un anno e mezzo in stato di ipotermia risultata positiva alla cannabis?

Episodio che richiama quello analogo, accaduto sempre nel bolognese poco più di un anno fa, con una bambina di soli dieci mesi ricoverata e risultata, anche in questa circostanza, con tracce di cannabis sia nel sangue che nelle urine. Una situazione drammatica che non si controlla neanche nelle carceri. E’ del 15 novembre la notizia (La Repubblica, Milano), di un agente della polizia penitenziaria del carcere minorile Beccaria di Milano arrestato per corruzione e spaccio di droga con altre sei persone per avere venduto hashish e marijuana ai ragazzi detenuti. Ma il bollettino giornaliero include un nigeriano ( uno dei tanti corrieri nigeriani “ovulatori”) bloccato dalla polizia a Perugia con circa 120 grammi di eroina in ovuli nella pancia; un siciliano di 33 anni, incensurato, arrestato a Palermo per spaccio di cocaina e con un piccolo tesoro di 180mila euro in contanti in casa, frutto, probabilmente, della vendita della droga; un giovane pusher fermato, sempre dalla polizia a Napoli, innanzi ad una chiesa, mentre spacciava hashish come se vendesse chewing gum. 

Dulcis in fundo, la denuncia della polizia di Lecco all’a.g. di ben trenta stranieri (trenta!) tutti richiedenti asilo che vendevano hashish e marijuana ( tenuta nascosta nella spazzatura!) agli studenti delle scuole superiori del capoluogo. La situazione, a livello nazionale, è diventata davvero intollerabile e rischia di creare frizioni nel contesto sociale che potrebbero portare anche a manifestazioni di piazza. Pura utopia pensare  di fronteggiare il fenomeno criminale con la sola repressione delle forze di polizia. Occorre ben altro, a cominciare da un’iniziativa forte del Governo di dedicare al problema, subito, qualche giornata di informazione in tutte le scuole statali, programmando, subito dopo, un’azione sistematica di prevenzione che fu fatta,molti anni fa, e, poi, messa da parte o, comunque, lasciata ad iniziative sporadiche di singoli capi istituto. La salute dei nostri giovani, il futuro di questo Paese, dipende anche da quanto si riuscirà fare su questo versante, con una classe politica dirigente che pensi meno al Pil, a Bruxelles, alle banche e più alla sua gente.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).